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Guidonia Montecelio

Guidonia Montecelio

A nord-est di Roma, a breve distanza dalla capitale, si trova Guidonia-Montecelio, Comune nato nel 1937 dalla fusione delle due cittadine, situate a 5 km di distanza l'una dall'altra. Guidonia nacque nel 1935 per dare alloggio al personale operante nel vicino aeroporto militare. La 'città' aeronautica prese il nome da Alessandro Guidone, generale dell'Aeronautica nonché appassionato studioso e sperimentatore, caduto nel 1928 sul campo d'aviazione di Montecelio mentre provava un nuovo paracadute.

Da visitare è la Chiesa di Santa Maria di Loreto, vero e proprio Sacrario nazionale dell'Aeronautica. Montecelio si chiamava Montecelli fino all'Unità, poi, a causa dei numerosi disguidi dovuti all'omonimia con altre località, fu scelto il nuovo nome, derivandolo dalla gens Caelia che, secondo storici locali, possedeva una villa nel territorio. Il territorio è tradizionalmente indicato in quello dove sorgeva l'antica città latina di Corniculum, che cessò di esistere dopo essere stata conquistata da Tarquinio Prisco.

Sorsero quindi alcune ville rustiche nel piano e sulla cima più alta venne eretto un tempio. E certa l'esistenza in età arcaica di un villaggio fortificato e in età repubblicana e imperiale di ville patrizie. Nel 973 Montecelli fa parte dei possedimenti dell'Abbazia di Tivoli ed è intorno a quella data che si fa risalire la costruzione della Rocca da parte dei Crescenzi, che la circondarono di mura ricalcanti il perimetro di quelle protostoriche e vi inglobarono il tempietto romano. Potente famiglia romana, i Crescenzi, signori del luogo, erano in conflitto con l'Abbazia di Subiaco per il possesso di tre castelli siti nella Valle dell'Aniene, di proprietà dell'Abbazia stessa, e non esitarono a tendere un'imboscata all'abate Paolo III, che rinchiusero nel Castello di Monticelli. Cabate, pur sottoposto a terribili torture, rifiutò di cedere le proprietà del Monastero, preferendo la morte. Le invasioni dei Normanni costrinsero la popolazione sparsa nei dintorni a rifugiarsi presso la rocca, intorno alle cui mura di cinta costruirono ad anello le prime abitazioni.

Nacque così Castrum Montiscellorum, che per la sua posizione strategica, a difesa di Roma verso l'Abruzzo, fu conteso da molte famiglie nobili (Capocci, Orsini, Anguillara). Nel 1445 gli Anguillara furono costretti a cederlo allo Stato Pontificio, che lo diede in gestione a diversi cardinali governatori finché, nel 1550, lo vendette ai Cesi. Per i meriti acquisiti da questa famiglia nei confronti del feudo, che rimase molto a lungo in loro possesso (lo vendettero ai Borghese nel 1678), Pio V, nel XVI secolo, lo costituì in Marchesato. Il borgo andò allora espandendosi anche al di fuori della cinta muraria medievale, grazie anche alla riattivazione delle cave di travertino, materiale che veniva utilizzato per la costruzione delle varie basiliche romane.

Nel 1642, per creare una corrente d'aria che liberasse le vie del borgo dalla brezza marina, paradossalmente ritenuta apportatrice di malattie, fu aperta la Porta Nuova, mentre la Rocca cominciò ad andare progressivamente in rovina. Di essa si riconoscono tuttora la cinta muraria, il torrione pentagonale sul Iato orientale e la parte dell' edificio che ospitava l'abitazione del signore. Attualmente l'abitato di Montecelio si estende su due colli sulle cui cime si ergono, rispettivamente, la fatiscente Rocca Orsini, frutto di diverse fasi costruttive che vanno dal 1047 al 1491, e il Convento francescano di San Michele Arcangelo, del 1724, con la chiesa annessa. Il borgo medievale si trova sul colle che ospita l'antica fortezza, mentre le case poste sul Monte Albano, occupato dal Convento francescano, sono frutto dell' espansione tardo ottocentesca.

Di fronte al Palazzo del Principe sorge la settecentesca Chiesa di San Giovanni Evangelista, che ospita alcune pregevoli opere del pittore Ludovico Sterno Il più antico edificio sacro di Montecelio è la quattrocentesca Chiesa di San Lorenzo martire. L’economia del Comune di Guidonia Montecelio è sempre meno basata sull' agricoltura, mentre ancora notevole è l'apporto dell' estrazione e lavorazione del travertino e della produzione di cemento. Imponente è, inoltre, il fenomeno del pendolarismo con la capitale date la vicinanza e la facilità dei collegamenti.

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