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San Gregorio da Sassola

San Gregorio da Sassola

Il paese sorge su uno sperone tufaceo tra i Monti Tiburtini e il versante occidentale di quelli Prenestini. Il nome deriva da san Gregorio Magno, discendente dalla gens Anicia, che possedeva tutto il territorio. Anteriormente al 1870 il paese era noto come Castel San Gregorio; fu poi aggiunto 'da Sassola', in riferimento, secondo alcune fonti a Saxula, città degli Equi situata in quel territorio.
Il ritrovamento di resti identificati come appartenenti a due acquedotti romani e di alcuni frammenti di ville romane fanno pensare che questo territorio ospitasse famiglie patrizie che presumibilmente vi si recavano in villeggiatura per la suggestione del paesaggio e la copiosa presenza di acque.

Nel 1249 il Monastero di Subiaco risultava proprietario del castrum Sancti Gregorii. Nel 1392 il paese divenne feudo dei Colonna e, successivamente, degli Orsini. Nel 1567 fu ceduto al cardinale Prospero Publicola Santacroce. Costui migliorò le condizioni di vita dei sangregoriani realizzando due grandi cisterne per la raccolta dell'acqua. Nel 1655 il cardinale Carlo Pio di Savoia, dopo una devastante pestilenza, costrui una nuova borgata ispirandosi a nuovi principi urbanistici e collocandola in una posizione più elevata rispetto al Castello. Il nuovo nucleo fu chiamato, in onore del suo realizzatore, Borgo Pio.

Alla famiglia di Carlo Pio e dei suoi discendenti si sostituirono i duchi di Uceda, divenuti successivamente principi Brancaccio, che realizzarono un notevole ampliamento del Castello nel 1855. Il centro abitato, dominato dal Castello Brancaccio (che conserva, della struttura medievale, il ponte levatoio, finestre crociate al primo piano, i merli di coronamento e una torre) e circondato da possenti mura, è diviso in una parte medievale e in una seicentesca, che sono collegate da una strada. Il Castello è proprietà del Comune di San Gregorio e ospita imponenti sale affrescate all'inizio del XVII secolo da pittori di un certo rilievo, tra i quali Taddeo e Federico Zuccari.

La Chiesa di San Gregorio Magno, che risale al XV secolo, è collocata nel borgo medievale, mentre in quello seicentesco si trovano la Chiesa della Madonna della Cavata, di epoca rinascimentale, il Convento di Santa Maria Nova e la Chiesa di San Giovanni evangelista, quest'ultimo edificio datato al XV secolo. Le fonti prevalenti di reddito per gli abitanti provengono dall' agricoltura, in particolare dalla coltivazione di frutta, uva e soprattutto dell'ulivo. L'olio di oliva di San Gregorio, infatti, è uno dei più pregiati della zona e una vera prelibatezza sono le olive in salamoia prodotte nel paese.

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