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San Polo dei Cavalieri

San Polo dei Cavalieri

Il paese è situato sulle pendici dei Monti Lucretili, di fronte a Castel Madama, sopra la Valle dell'Aniene, appena prima che il fiume si inoltri nella campagna romana. Il nome deriva dal fatto che per lungo tempo il luogo appartenne all'Abbazia di San Paolo. Nell' XI secolo è attestato che si chiamasse Castrum Sancti Pauli in Jana, nome che rinvia, con ogni probabilità, anche al culto della dea Diana. Solo dopo il 1700 fu aggiunto 'dei Cavalieri' che, secondo qualche fonte, evocherebbe l'appartenenza del posto ai Templari.

Tuttavia, secondo altre ipotesi, il nome del paese va semplicemente ricondotto ai beni che Mario Orsini ereditò nel 1532 dalla madre Giovanna, che apparteneva alla famiglia dei Cavalieri. Nel 1143 papa Innocenzo III non esitò a ricorrere alle armi per impedire che i Tiburtini si impadronissero di San Polo e fece giurare a costoro che avrebbero rispettato le proprietà dell'Abbazia di San Paolo fuori le Mura. Furono gli Orsini a trasformare il piccolo borgo e a incrementarne la suggestività.

Essi rafforzarono le mura e costruirono strade, dando inizio ai lavori di edificazione del Castello, che divenne inespugnabile. Gli Orsini erano rivali dei Colonna e dei Savelli e con costoro si contesero lungamente il predominio sul territorio. Nel 1479 Napoleone Orsini elaborò uno Statuto comunale che rappresenta un imponente documento relativo all' autonomia municipale che San Polo dei Cavalieri riusci a guadagnarsi. Alla fine del XV secolo si attenuarono le tensioni tra le diverse famiglie romane grazie alla mediazione esercitata da papa Innocenzo VIII.

Nel 1558 Paolo Giordano Orsini cedette San Polo al cardinale Piero Donato Cesi. Il castello fu completamente restaurato e ospitò molti membri della Curia che amavano trascorrere a San Polo la loro villeggiatura. Il fondatore dell'Accademia dei Lincei, Federico Cesi, fu tra gli ospiti del Castello. La terribile peste del 1656 decimò la popolazione di San Polo e nel 1678 il Castello fu ceduto alla famiglia Borghese, che nei secoli successivi lo diede in affitto. Nel 1849 San Polo accolse i volontari di Garibaldi che avevano combattuto contro l'esercito pontificio nella vicina Vicovaro. Alla fine del XIX secolo fu costruito un nuovo acquedotto che migliorò notevolmente le condizioni di vita degli abitanti del paese. Nel IX secolo, ulteriori ampliamenti e trasformazioni urbanistiche che sono state realizzate, senza tuttavia compromettere l'originaria fisionomia del borgo.

Oltre al Castello Baronale, sono degne di nota la Chiesa di Santa Lucia, che risale al XV secolo e si trova vicino al Castello; la Chiesa di San Rocco, costruita all'inizio del XVIII secolo; la Chiesa di San Nicola, molto più antica, perché fu edificata da alcuni Crociati reduci da una spedizione in Terra Santa. Al suo interno sono ospitate alcune pitture dell'artista Agrifoglio che risalgono al 1910. Vicino al cimitero si trova la Chiesa di Santa Liberata che nell' abside conserva un affresco risalente al XVI secolo. L'economia del paese è basata soprattutto sulle attività del terziario, essendo numerosi coloro che si spostano verso la Capitale. Scarsa è l'agricoltura, di qualche interesse il turismo stagionale.

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