Steve Hackett: una leggenda a sei corde
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- Categoria: Musica
- Scritto da Donatella Lavizzari
Considerato uno dei musicisti più innovativi sulla scena britannica, Steve Hackett, lead guitar dei Genesis nella formazione classica con Peter Gabriel, Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford, è uno degli artisti più completi del panorama musicale internazionale sia per musicalità che per creatività.
Nato a Londra il 12 febbraio 1950, si appassiona subito alla musica,imparando, dapprima, a suonare l’armonica a bocca ed in seguito la chitarra. La svolta decisiva per la sua carriera avviene nel ‘71 con l’ingresso nei Genesis su invito di Peter Gabriel colpito dall’annuncio che Steve aveva messo sul Melody Maker.
In quegli anni il giovane Steve si avvicina alla musica classica, Bach in particolare, terreno fertile per il rock prog. Il suo stile subisce l’influenza di generi diversi: dal jazz all’operistico di Mario Lanza al blues di artisti britannici come Danny Kirwan, Peter Green e John Mayall & the Bluesbreakers.
Dopo l’uscita di Peter Gabriel dalla band, Hackett resterà ancora alcuni anni producendo album di successo come Selling England by the Pound (uno dei favoriti di John Lennon).
Nel 1977, dopo la pubblicazione del doppio live "Seconds Out", Steve deciderà di lasciare i Genesis per intraprendere la carriera solista.
Il suo perfezionismo lo porterà a concentrarsi sulla musica per affinare lo stile e la tecnica. Consacrato dalla critica per il suo indiscusso talento, Steve procede pubblicando, anno dopo anno, album apprezzabili sia dal punto di vista melodico sia dal punto di vista tecnico, dove é più che mai presente un marcato gusto per la sperimentazione nelle voci e negli strumenti. Con uno stile sofisticato ed elegante, Hackett spazia con disinvoltura dal rock alla canzone d’amore, dalla musica d’avanguardia alla sinfonica-melodica. Ogni brano è una sorpresa: sezioni ritmiche ed acustiche brillanti valicano ogni traccia regalandoci intense emozioni.
Tra le realizzazioni per chitarra classica e orchestra, "Metamorpheus", è senza dubbio un capolavoro di bellezza e sensibilità che descrive con passione la trasformazione del mito di Orfeo.
Notevoli gli album che includono interpretazioni di brani classici da Bach a Satie, le composizioni con la chitarra acustica e l'ambizioso album per chitarra e orchestra “A Midsummer Night's Dream”, registrato con la Royal Philarmonic.
Anche i lavori più recenti, “Darktown e Wild Orchids”, si distinguono per forza incisiva e dinamismo e “To Watch the Storms” ci accompagna in un variopinto viaggio attraverso il tempo e lo spazio.
Hackett, che è stato a Tivoli Rock nel 2009 con la sua electric band, propone ad ogni suo live un itinerario affascinante attraversando aree musicali diverse: “Negli ultimi anni oltre a brani di stampo ‘classico’ ho dato libero spazio all’improvvisazione. È una questione di convinzione e di non preoccuparsi di ‘uscire dal seminato’. Le chitarre riescono sempre a sorprenderti!”.